Nello scrigno della fantasia in
compagnia delle Fate. Poteva capitare di incontrarle sulle colline, quasi
sempre di notte, mentre danzavano sotto la luna, e di vedersi invitare a
partecipare ai loro balli in circolo. Si doveva evitare la tentazione di
accettare, perchè gli effetti sarebbero stati pericolosi... Già, perché il loro tempo, il tempo delle Fate, era ben diverso da quello di noi umani. E, dopo essere tornati nel mondo reale da un'ora di ballo, c'era il rischio, se non la certezza che, in realtà, fossero passati molti, troppi anni. In positivo però accadeva
spesso che le Fate aiutassero le persone buone e meritevoli, facendo
trovare loro tesori, fornendo medicine efficaci, salvandole da valanghe,
da pericoli vari o almeno consentendo di ritrovare la strada di casa
agli smarriti... Le Fate, a ben vedere, hanno accompagnato (e lo
fanno ancora, in fondo), una lunga parte del cammino umano, a partire
più o meno dal Mille in poi, quando cominciarono ad essere protagoniste
di non pochi romanzi medievali. Ma le origini di queste misteriose
protagoniste dell'immaginario, del mito e della letteratura sono ben più
remote. Le Fate, probabilmente, derivano dalle antiche dee del destino
del mondo classico, ma anche da figure della mitologia come le ninfe dei
fiumi e dei boschi, per non parlare di collegamenti con divinità
femminili celtiche, come ad esempio Morrigan, secondo alcuni studiosi
destinata a diventare, secoli dopo, la Fata
Morgana del ciclo
arturiano. E ci sarebbe da dire, in questa vasta parentela delle Fate, delle janas sarde e delle anguane venete, queste ultime divinità minori acquatiche, destinate, con il trionfo del cristianesimo, a trasformarsi in figure del Folklore e appunto Fate. Figure non
solamente e totalmente benefiche (e anzi tendenzialmente piuttosto
vendicative, specie se offese), le Fate vere e proprie esordiscono nella
letteratura con il personaggio di Morgana, originariamente guaritrice e
benevola, ma poi destinata ad essere demonizzata, se non altro come
esempio di lussuria, probabilmente in quanto simbolo del paganesimo
sconfitto. Seguirà, nel XIV secolo,
Melusina,
donna/serpente per una maledizione, e ciò nonostante moglie devota,
madre amorevole e apportatrice di ricchezze, finché non verrà scoperta
la sua natura... E via via, fra storia e letteratura, Giovanna d'Arco che portava ghirlande all'albero delle Fate presso la natìa Domremy, quindi Titania, la Regina delle Fate nel "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare. E ancora, più vicina a noi, la materna
Fata Turchina di
Pinocchio, concludere con le "Fate fasulle" di Cottingley, ritratte su
fotografie taroccate con il probabile ausilio di figurine di cartone; un
insieme così convincente da ingannare anche uno spirito scientifico, o
presunto tale, quale Sir Arthur Conan Doyle, l'inventore di Sherlock Holmes. E, volendo non avremmo ancora finito... Val la pena
infine, di dare uno sguardo un pò a tutta la parentela moderna, seconda
metà del '600, delle Fate; gnomi, folletti, elfi, nani, spesso chiamati
con più specifici appellativi locali, e tutti riuniti nella definizione
inglese di "fairies" esseri fatati. Creature del Signore, incerte però
sulle loro possibilità di eterna salvezza, e perciò sovente inclini alla
malinconia. In ogni caso, le Fate e i loro compagni restano
creature dell'immaginario che, in una certa misura, possono arricchire
il nostro vissuto quotidiano, lasciando aperta una porta al sogno, alla
fantasia e alla speranza di tanti "Cenerentoli" moderni che non si
rassegnano a perdere "l'universo meraviglioso nel quale vivevano da
bambini". |
Informazioni e
prenotazioni:
leandro@giardinidellefate.it
+39-329.1889647
06/07/2016
[Autore]
Leandro
Paladini:
06/07/2016
Sx Upupa e a dx farfallone di Peter, ai Giardini delle Fate